A molte altre considerazioni, e di questo e di tutt’altro genere, si presterebbe l’opera del Prezzolini; della quale uno appunto dei migliori caratteri è questo: di essere in sommo grado suggestiva e provocatrice di riflessione nelle direzioni più svariate. A scusarmi, presso il suo autore, di non aver neppur tentato di alludere qui ai tanti altri lati pei quali essa può interessare le varie specie di lettori, mi gioverà far mia l’avvertenza da lui premessa al suo volume, dicendo che anche questo mio cenno bibliografico non risponde che a una piccola parte del soggetto che l’autore s’è proposto di trattare in esso: «a quella parte soltanto che mi dava occasione di dire cose che m’importano forse più dell’arte di persuadere».
Roma, 7 febbraio 1907.
[XXVI]
DAL MONISMO AL PRAGMATISMO
Pubblicato nella "Rivista di psicologia applicata alla pedagogia e alla psicopatologia", n. 4, luglio-agosto 1907. Poi in Scritti, pp. 787-90.
Al volume di Ricerche e studi di psichiatria, nevrologia, antropologia e filosofia, pubblicato in questi giorni in onore del prof. Enrico Morselli nel 25° anniversario del suo insegnamento, G. Papini ha contribuito con un articolo che, col titolo Non bisogna esser monisti, si annuncia come un attacco contro quella filosofia «monistica» di cui il Morselli è stato ed è in Italia uno dei principali adepti e banditori.
È un nuovo fatto d’arme nella guerra già iniziata dal Papini, col suo Crepuscolo dei filosofi, contro ogni forma di speculazione filosofica che, contrapponendosi alla ricerca scientifica propriamente detta, si proponga raggiungere generalizzazioni più comprensive di quelle a cui quest’ultima arriva per proprio conto e coi propri metodi.
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