). Come tutti i pittori ben sanno, il colore che una cosa in certi momenti «presenta» può anche essere affatto diverso da quello che essa «ha».
Le considerazioni precedenti, sulla traducibilità delle nostre affermazioni in termini di aspettazione o previsione, hanno bisogno di essere chiarite e completate con qualche osservazione sulle varie specie di previsioni che in esse possono essere implicate.
Una distinzione importante che occorre subito rilevare è quella, alla quale si è già più volte alluso, sussistente tra l’aspettarsi, senz’altro, che qualche fatto avverrà, e l’aspettarsi che qualche fatto avverrebbe, se qualche altro fatto avvenisse (previsioni condizionali).
La relazione tra le previsioni condizionali e le previsioni propriamente dette si potrebbe caratterizzare dicendo che l’avere una aspettazione condizionale equivale a trovarsi in tale stato da aver bisogno soltanto di constatare la presenza o aspettare la produzione di un dato fatto, per avere senz’altro un’aspettazione, non più condizionale ma effettiva, di un altro fatto.
Questo modo di presentare la distinzione di cui parliamo ha il vantaggio di mettere in luce i rapporti che sussistono tra essa e quella fondamentale distinzione tra asserzioni, che è indicata dai logici coll’opporre le proposizioni «particolari» alle proposizioni «generali».
Quando diciamo, per esempio, che «alcuni A sono B», ciò che esprimiamo non è altro che la nostra aspettazione di trovare degli oggetti presentanti, nello stesso tempo, i caratteri indicati dal nome A e quelli indicati dal nome B.
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