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      Proposizioni di questo genere - proposizioni cioè nelle quali il termine che figura come soggetto implica per il suo stesso significato non, come nel caso precedente, il possesso, ma invece il non possesso del carattere o di alcuni dei caratteri espressi dal predicato - sembrerebbe che non potessero essere riguardate da nessuno, neppure per un momento, come aventi un senso.
      Eppure ciò avviene più frequentemente di quanto si creda.
      Tra le cause che maggiormente vi contribuiscono è da porre la tendenza a usare parole o frasi, indicanti delle relazioni, come se potessero avere un significato qualsiasi indipendentemente dai riferimenti implicati nella loro stessa definizione.
      Dal fatto che tali frasi hanno, o possono aver senso, qualunque sia la scelta dei riferimenti ai quali esse alludono, si passa facilmente a credere che esse abbiano senso indipendentemente dalla considerazione di un riferimento qualsiasi.
      Così si finisce per non accorgersi che, per esempio, la nozione di moto «assoluto» di un corpo implica una contraddizione in termini, non meno di quella di un aumento generale dei prezzi di tutte le merci compresa la moneta.
      È da notare tuttavia che le contraddizioni, a cui possono così dar luogo i cambiamenti di significato dei termini che figurano in date asserzioni, possono talvolta essere soltanto apparenti.
      Allo stesso modo come i termini che figurano in una data proposizione possono subire tali cambiamenti di significato da farla diventare una pura tautologia, può anche avvenire, per un procedimento inverso, che una proposizione la quale, dato un certo significato dei suoi termini, non asserisce nulla perché essa è «vera per definizione», venga ad asserire qualche cosa per il solo fatto che il termine che vi figura come soggetto assuma un nuovo significato, non includente più il carattere espresso dal predicato.


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Scritti filosofici
di Giovanni Vailati
pagine 483