Aristotele, Eth. Nicom., lib. VII, cap. 14. («Bisogna non solo dire la verità, ma anche la causa dell’errore. Ciò infatti contribuisce all’attendibilità. Infatti quando razionalmente appaia il motivo per cui sembra vero ciò che non è vero, questo fa credere di più nella verità»)
(47) «Denn der speciellste Begriff ist schón beinahe das Individuum, also beinahe real; und der allgemeinste Begriff, z.B. das Sein (d.i. der Infinitiv der Copula), beinahe nichts als ein Wort. Daher auch sind philosophische Systeme, die sich innerhalb solcher sehr allgemeinen Begriffe halten, ohne auf das Reale herabzukommen, beinahe blosser Wortkram». Schopenhauer, Die Welt als Wille und Vorstellung, lib. II, cap. 6.
(48) Le diverse coppie di termini tecnici, successivamente adoperati per designare rispettivamente queste due specie di proposizioni, rispecchiano in modo caratteristico le variazioni di opinione sulla loro relativa importanza. La stessa distinzione, che gli scolastici stabilivano tra le proposizioni «essenziali» e le proposizioni «accidentali», ricompare in Locke come una distinzione tra le proposizioni «futili» (trifling) e le proposizioni «reali», e in Kant come una distinzione tra le proposizioni «analitiche» e le proposizioni «sintetiche».
(49) Metaphysica, lib. XII, cap. 4. «duo gar eotin a tis an apodoin Socràtei dikaios, tous t'epaktikoùs lògous kaì to opìzesthai kathòlou» Cfr. inoltre ivi, lib. I cap. 6: «Socràtous to kathòlou zetountos kai perì orismon epistesantos protou ten dianoian». («Due infatti sono le cose che si possono giustamente attribuire a Socrate, i ragionamenti induttivi e la definizione dell’universale». «Socrate cercò l’universale e rivolse per primo il pensiero alle definizioni»).
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