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      Due agenti della squadra volante, certo Rossi e certo Domenico Viola, detto il calabrese, si avvicinarono ai distributori, strapparono loro di mano gli stampati e ne arrestarono due. Potete immaginarvi il subbuglio. Uomini e donne si misero a gridare: molla! molla! Ma il Viola, che era il Prina della bassa forza, tirò via con la sua preda fino in via Napo Torriani, fermandosi al numero 24, la sede della questura del quartiere.
      - Io ero sul posto, - mi disse un testimone oculare, capo sala in una Sezione dello Stabilimento Pirelli. - Alcuni compagni mi invitarono a trovare il mezzo di liberare gli arrestati, i quali erano seguiti da una moltitudine di tre o quattro mila persone. Avviandomi presso la sezione di questura trovai Carlo della Valle, l'omino che amministrava la Lotta di Classe e si poteva dire l'anima del partito. Ci trovammo in via Vittor Pisani e andammo senza indugio a parlare col delegato. Intanto di fuori si urlava e si scagliavano sassate incessanti contro lo stemma al di sopra dell'entrata. Dicemmo al delegato che i ragazzi arrestati erano dello Stabilimento Pirelli e che secondo noi non avevano commesso che qualche ragazzata. E il delegato ci promise che dopo aver consultato il questore, sarebbero stati messi in libertà. Uscimmo mentre i fischi degli stabilimenti chiamavano al lavoro. Il largo del Trotter e le vie adiacenti erano gremite. Ci avviammo verso l'edificio dei sordo-muti e al largo del Trotter vedemmo venire il Viola, con la rivoltella in mano, seguito da altri sei o sette poliziotti in borghese, che tenevano in mano lo stesso strumento della civiltà moderna.


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I cannoni di Bava Beccaris
di Paolo Valera
pagine 302

   





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