I cagnotti in borghese saltavano da una parte e dall'altra, puntando le bocche da fuoco alla faccia delle donne e degli uomini, minacciandoli e dicendo loro ingiurie che facevano impallidire e rimescolare il sangue.
- Mascalzoni! Vaianne!
Con tanta confusione, non so più se sia stato il Viola o un suo collega. So che uno di loro si avventò contro una delle ragazze che aveva agitato il foulard rosso che si era tolta dal collo, percuotendola alla fronte con il calcio della rivoltella. Non ricordo bene il nome della sventurata. Ma credo si chiamasse Marietta, una ragazza dai fianchi opulenti e dalle braccia che non avevano paura. La Marietta, uscita dallo stordimento, con la faccia rigata di sangue, con la bocca tutta agitata che gridava: assassini! assassini!, divenne una demonia che non si sapeva più come tenere, perché voleva rincorrere e agguantare il malandrino e punirlo come meritava. Ma io e alcune sue compagne riuscimmo a trattenerla e a trascinarla allo stabilimento a farsi medicare nell'ambulanza interna. Intanto che la si medicava gli operai e le operaie entrati volevano uscire di nuovo perché di fuori si gridava con insistenza che si doveva smettere di lavorare.
Il direttore dello stabilimento, signor Emilio Calcagni, e l'ispettore dell'ordine interno, signor Cavalli, correvano da una parte all'altra dell'edificio raccomandando a tutti la calma e supplicando ciascuno di dare il buon esempio e riprendere il lavoro. Così io, pur sapendo che dovevano venire Turati e Rondani, stati chiamati d'urgenza dal della Valle e dal compagno Songia, dovetti acconciarmi a rimanere chiuso nello stabilimento!
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Viola Marietta Marietta Emilio Calcagni Cavalli Turati Rondani Valle Songia
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