Vidi di nuovo il Turati, il Rondani e un altro che non ricordo in una carrozza scoperta. L'onorevole Turati annunciava a tutti che l'Amadio sarebbe stato messo in libertà prima di sera. Scomparsa la carrozza e gli oratori per la via Galilei, la moltitudine pigiata si ruppe e la maggioranza, che abita nei paraggi di Corso Loreto e alla Cascina Rotole e nelle vicinanze della chiesa di San Francesco, si avviò per la via Napo Torriani - anche per vedere che cosa si faceva alla sezione di P.S. Fra la moltitudine che si avviava verso casa, rasentando la sezione di P.S., l'ultima casa della via in faccia al Trotter, era l'operaio Silvestro Savoldi, un uomo di circa trentacinque anni, bassotto, tarchiato, dai capelli castano chiari, con due baffoni che tiravano al rossiccio, con due occhi che lampeggiavano. È impossibile dire, in mezzo a tanta gente, se era un tumultuante o un operaio che rincasasse. Ma la gente che lo ha veduto prima di cadere, mi ha assicurato che andava via lentamente senza badare a quello che avveniva.
Dal Trotter, dove era stata chiusa, a mezzogiorno, la truppa, usciva un plotone del cinquantasettesimo fanteria, attraversava il piazzale Andrea Doria e procedeva verso Napo Torriani coi fucili a crociat-et. Il grosso dei dimostranti era lungo il marciapiedi dalla parte opposta alla caserma dei questurini. I curiosi si erano assiepati a dieci metri di distanza dalla truppa che aveva fatto alt, e qua e là si movevano gli individui che lanciavano sassi allo stemma questurinesco.
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