Gli occhi erano spenti, la pelle della faccia era morta da far paura e tutta la bocca semiaperta era dissanguata. Vennero consigliati di adagiarlo lungo e disteso. Il tram andava e l'indignazione incominciava.
Il cadavere era in tutte le conversazioni. Pochi lo conoscevano, ma tutti sapevano che era un operaio che aveva lavorato fino a quando la campana lo aveva messo alla porta.
La piazza si gremiva, i portici erano quasi affollati, la fanteria aveva bloccato le entrate della Galleria e nell'interno si vedevano gli agenti e i delegati di P.S. con la ciarpa del mestiere che andavano e venivano o sostavano in certi punti come in attesa di altri ordini. A qualche passo dalla scalinata della cattedrale, dove erano i bersaglieri col calcio del fucile a terra, ci fu un tentativo di discorso.
Non ebbi tempo di vedere 1'oratore sulle spalle di un gruppo di giovani, che una voce imperiosa lo aveva fatto scomparire.
- Gił, gił! o faccio suonare la tromba!
Eravamo tutti eccitati, tutti in un'atmosfera ardente. Guai se in quel momento un Desmoulins della strada avesse buttato nella calca una scintilla verbale e ci avesse spinti alla rivoluzione! Ci sarebbe stata una conflagrazione sociale. Inaspriti dal dolore, l'incendio sarebbe diventato generale. Invece, anche con la truppa che urtava la folla da una parte e dall'altra per separarla e disperderla nelle vie adiacenti, prevalse la prudenza. Senza lasciarsi frazionare si muoveva tutt'insieme come una massa enorme. Qua e lą si respirava a disagio.
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Galleria Desmoulins
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