La gente perde la testa. Tutte le porte della via Orefici si chiudono con gli inquilini determinati a non aprire. Così non c'è più scampo. Crudeli! A noi, in mezzo la strada, non resta più che combattere o lasciarci sorprendere dalle scariche. Combattere? con che cosa? Tutte le finestre hanno le imposte chiuse. Molte donne gridano come scalmanate, svengono, cadono con dei gesummaria! Io non ho ancora capito bene il perché dello scompiglio. Ecco, la punizione è incominciata. Non ho ancora fatto quattro passi e siamo perduti. Le scariche sono nell'aria. Odo le fucilate. Si tira, si tira sul popolo. Un'altra scarica. Sull'angolo di via Ratti mi volto mettendo fuori la testa. È una nube bianca che mi nasconde tutto ciò che c'è di visibile in piazza. Pare che i soldati vengano verso la via Orefici. Vedo indubbiamente dei monturati in atteggiamento di far fuoco. Mi pare di aver udito un'altra scarica. I fuggiti si sono dispersi in direzione della via Dante o sono scomparsi dall'arco della piazza Mercanti, o sono gli uni sulle calcagna degli altri, per la via Ratti, per la via Spadari, per la via della Rosa, per piazza della Rosa, per la via Ambrosiana, per la via delle Asole e per piazza S. Sepolcro. Il terrore è indicibile, le donne sbalordite, scolorate, disfatte, trascinano gli uomini ostinati con la voce della disperazione, e gli uomini sembrano allucinati. Hanno gli occhi fuori dell'orbita, la faccia cadaverica e sembrano intontiti e incapaci di riprendere il passo. Lo sgomento mi impedisce di muovermi.
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