La barricata non arriva a toccare i due punti opposti, vi si passa a destra e a sinistra. È assolutamente primitiva, ma l'eroe non può tramutarsi in un carrozzone. Ah, se ci fossero ancora gli omnibus! Parevano fatti a posta. Le finestruole avrebbero servito da feritoie, da merli, dietro i quali i barricatisti avrebbero potuto continuare il fuoco...
Ohimè!
I lavoratori alle botteghe si moltiplicano, Con le punte delle aste strappate alle botteghe, rompono le vetrine e le bacheche. Alcuni rubano. Si mettono nel seno camicie, fazzoletti, cravatte, gingilli di similoro. Lo ha detto anche Maupas. Le sommosse, i combattenti di strada, le insurrezioni chiamano alla superficie i bisognisti, gli affamati, la plebe che vive come vive, i poveri diavoli che crescono fra un furto e l'altro. Le tribolazioni cittadine danno loro un po' d'abbondanza. Ma con che rischio s'imbottiscono della roba rubata! Vedete, si spara e loro continuano a far bottino! Alcuni vogliono migliorare la barricata con la reclame alle muraglie. Le lastre di ferro sembrano di pasta frolla. Le schiodano con una facilità maravigliosa. Le strappano, le alzano, si staccano e passano tra le mani di coloro che le portano alla barricata. Le saracinesche venivano frantumate.
Si va sui tetti. È l'irritazione che entra in scena. Le fucilate hanno preparato il combustibile nei cervelli e i morti e i feriti gli danno il fuoco. Vedo in lontananza gente che sfonda gli sportelli dei portoni e sale a frotte. È ritornato il '48. Il tipo di Carlo Porta è una fantasticheria.
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Maupas Carlo Porta
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