Pagina (37/302)

   

pagina


Pagina_Precedente  Pagina_Successiva  Indice  Copertina 

      Il coraggio č ritornato. C'č gara per la morte. Giovani e maturi si contendono l'entrata. Pochi minuti dopo mi valgo dell'attimo di tregua per lasciare il mio posto di vedetta e avviarmi alla lesta verso piazza del Duomo, addossandomi alle botteghe, dietro le quali e sopra le quali si svolge indubbiamente il dramma della paura, della gente intanata, degli uomini che si aggruppano e si abbracciano come nei momenti supremi. Le mie gambe sembrano consapevoli del pericolo. Vanno innanzi a stento come se fossero cariche di piombo. Capisco di essere in combustione. La mia pelle brucia. I polsi e le tempia mi scottano. Pure metto un piede dopo l'altro sul marciapiedi incandescente e tiro via, sempre in direzione della strage, tenendomi rasente alle botteghe e alle muraglie, coi nervi tutti agitati, col cuore che pulsa con veemenza. Pių di una voce intima mi incalza di ritornare sulla strada fatta e non mi volto indietro per lo sbigottimento. Ho l'idea fissa che voltando la schiena si ecciti il soldato a far fuoco. I miei occhi traballano, vedono doppio, travedono.
      Il cambiamento dei soldati che hanno fatto fuoco, con altri soldati, mi diventa un esercito in confusione. Pių mi avvicino verso la linea militare che blocca il passo e pių io non sono pių io. Sono sottosopra. Passo attraverso emozioni che non ho mai provato. Ora č un'ondata fredda che mi va dal dorso alle gambe, e ora mi pare il trasudare come in un bagno turco. Il dramma che si svolge negli appartamenti delle case che fiancheggio mi si rinnova nella testa e la commozione mi riprende.


Pagina_Precedente  Pagina_Successiva  Indice  Copertina 

   

I cannoni di Bava Beccaris
di Paolo Valera
pagine 302

   





Duomo