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      Trascorso tale termine i detentori di armi da fuoco saranno deferiti al Tribunale Militare.
      2 Rimane vietato ogni assembramento per le vie, e gli abitanti dovranno rincasare non più tardi delle ore 23.
      3 Finché durano gli attuali disordini i pubblici esercizi verranno chiusi alle ore 21.
      4 Sotto la responsabilità dei vari inquilini, verificandosi conflitti per le vie, si dovranno chiudere le persiane che prospettano le vie medesime.
      5 I telegrammi privati che danno informazioni sui presenti disordini non saranno ammessi se non dietro il visto di questo Comando.
      6 I contravventori alle presenti disposizioni, saranno deferiti ai Tribunali Militari, come pure vi saranno deferiti i rivoltosi.
      7 Le autorità dipendenti cureranno l'esecuzione del presente Decreto.
      Milano 7 maggio 1898
      Il Regio Commissario
      Generale Bava.
     
      Parecchi giorni dopo, mentre i Tribunali di Guerra erano al lavoro, ho potuto rivedere il poveraccio rimasto sepolto sotto i morti in margine al negozio del Giannoni. Era in Castello vestito da alpino. Non potendo parlarmi mi ha fatto pervenire una narrazione di quello che gli è capitato nella giornata. "Uscii di casa, mi scriveva, circa le 8 e mezzo. Passai per il corso V.E. e il corso Venezia leggendo la Perseveranza, il giornale che costa 5 centesimi dall'ascensione di Bava Beccaris. Vi trovai i fatti di via Napo Torriani. Giunsi in via Panfilo Castaldi, senza avere notato nulla di straordinario. Verso le undici ho dovuto andare per i miei lavori a porta Vittoria. Rincasai e feci colazione.


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I cannoni di Bava Beccaris
di Paolo Valera
pagine 302

   





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