Non avevo ancora in bocca il boccone che č venuta in casa una inquilina con aria disperata a raccontarmi che in piazza del Duomo c'era la rivoluzione. Non ho potuto continuare. In pochi minuti mi trovai all'angolo del palazzo reale, verso via Rastrelli. C'era gente sparsa un po' dappertutto. Il primo accenno che c'era qualche cosa me lo ha dato un ufficiale medico che andava alla volta del palazzo reale, passando dalla gradinata del Duomo. Egli era seguito da tutta una ragazzaglia che schiamazzava come quando č alle calcagna di un ubriaco.
In quel tempo si stava mettendo gių il binario per il tram a Porta Vittoria. La via era tutta sossopra fin gių quasi in piazza Fontana. I ragazzi si sono caricate le tasche di sassi. Li dissuasi a servirsene contro l'ufficiale. M'accorsi che intorno loro c'erano due o tre persone col bastoncino in mano. Tirate, dissero ai ragazzi i due o tre impertinenti, e voi badate ai fatti vostri. Chi erano? L'ho saputo dopo dagli stessi monelli. Erano due agenti di questura, due provocatori, due accenditori, come si dice in gergo. Cosė non appena apparve un ufficiale alla finestra sopra l'entrata del palazzo reale, si misero a lanciare le munizioni che avevano in saccoccia da quella parte. Poi si avviarono in via Carlo Alberto e in via Cappellari a ricominciare la sassaiola. Notai l'accanimento contro le finestre della ditta Colombo e Menotti. Allungai il passo fino al ponte di porta Ticinese. Ho trovato gente che andava e veniva meco tutti i giorni e null'altro.
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