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      Prima o durante il rumoreggiamento, un uomo attraversava la piazza dello Scalo Merci con la propria figlia di nove anni. I particolari li ho saputi quando siamo accorsi ad aiutarlo. La ragazzina è stata colpita alla fronte. Il padre non ebbe che un grido di dolore. Si precipitò su lei per sollevarla. Ma una volta che se l'ebbe tra le braccia, l'uomo svenne. Piegò sulle gambe e andò a sbattere la fronte sul selciato. Lo aiutammo ad alzarsi. Qualcuno raccolse la morticina e non pochi seguirono il padre, il quale ha continuato a piangere fino all'abitazione.
      Non ci eravamo accorti che al tempo stesso uno stalliere, il quale aveva appena finito di dare da mangiare e da bere alle bestie e divorarsi la solita scodella di minestra, avviato all'osteria in faccia a berne un quinto, aveva subito la stessa sorte. Non aveva fatto che tre o quattro passi che precipitava a terra con il ventre squarciato dalla mitraglia.
      Più innanzi trovammo un giovane tedesco, del quale non ho saputo scrivere il nome, colpito al cuore da un proiettile, mentre era uscito di casa a comperarsi un sigaro.
      Tutto sommato, la seconda cannonata ha lasciato in terra tre cadaveri.
     
      L'ASSALTO AL CONVENTO
     
     
     
      Nove maggio. Sono a zonzo, come gli altri giorni, col lapis e il libro delle note in saccoccia. Mi darei dei pugni. Ho dimenticato a casa il kodak, che mi avrebbe aiutato a raccogliere le scene della strada. La giornata è splendida, ma il sole non riesce a far rifiorire le guance della popolazione terrorizzata. La gente è smorta, biancastra, inquieta.


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I cannoni di Bava Beccaris
di Paolo Valera
pagine 302

   





Scalo Merci