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      È un mio debole di sostenere i diritti della penna pubblica, dovunque si tenta metterli in dubbio o sopprimerli. Le autorità militari vedono nel reporter un intruso o un nemico. Lo respingono dappertutto come un rognoso.
      Questi signori non hanno ancora capito ch'egli è lo strumento più utile dei popoli che non hanno vergogna di far sapere al mondo come si svolga la vita nazionale.
      Il reporter è il raccoglitore degli avvenimenti che si compiono sotto i suoi occhi. È impersonale.
      Voi fate bene, e il fatto, ch'egli serve caldo al pubblico, vi copre di elogi e vi circonda di ammirazione.
      Voi fate male, e la gente col documento che egli ha diffuso, vi critica, vi biasima e magari vi stramaledice, come perturbatori della quiete pubblica o come autori di sventure cittadine.
      Carlo Houard Russel, il reporter della guerra in Crimea, ha fatto piangere il Regno Unito, con le rivelazioni ch'egli metteva assieme sulle alture di Alma, di Balaclava e davanti a Sebastopoli, vivendo in mezzo ai soldati, chiacchierando cogli ufficiali, conversando coi superiori che sapevano di strategia, e passando delle ore coi medici e col personale addetto alle ambulanze.
      Senza di lui, migliaia di soldati di più si conterebbero tra le vittime del colera, della fame e delle bocche da fuoco. Senza di lui, lord Ragan sarebbe passato alla storia assai più che come il mutilato di Waterloo, come l'eroe degli eserciti alleati che hanno combattuto per la conquista di Sabastopoli - il grande arsenale russo del mar Nero. Invece le lettere di Russel lo hanno fatto nicchiare tra i generali confusionarii, che perdono la testa come Bazaine, pur essendo circondati da un materiale di guerra che basterebbe a condurli alla vittoria.


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I cannoni di Bava Beccaris
di Paolo Valera
pagine 302

   





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