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      - Buumm! Buuuummmm!
      - Le cannonate si prolungavano nell'aria e diffondevano il terrore. Furono per me, e credo per tutti, momenti crudeli. Mi aspettavo una scarica di cannone nel salotto, ove mi trovavo, di minuto in minuto. Deploravo di non aver mandato la moglie e i figli altrove. Ma poi dicevo che non ne avevo colpa.
      La muraglia venne sfondata in due minuti. Il cannone aveva fatto una larga breccia, nella prima muraglia vicino al pilastro del cancello, dalla quale potevano passare tre uomini assieme. I soldati entrarono nel cortile a baionetta in canna al grido di: vittoria! vittoria!
      Non vi trovarono che gli ultimi poveri che fuggivano, dopo aver aiutato a spalancare la postierla, e tre cadaveri. Il primo, mi disse il Cerina, che era presente, venne ucciso mentre metteva in bocca l'ultima cucchiaiata di pasta. Era addossato al muro vicino al pisciatoio e cadde in terra morto con la tazzina in mano. Il secondo credevano che fosse diventato matto. Prese la rincorsa, fece quattro o cinque passi verso il centro del cortile e precipitò supino come un sacco di stracci. Egli era morto come l'altro. Il terzo irrigidiva sotto il portico della chiesa, stiracchiandosi con dei moti convulsi.
      Un altro mendicante era stato colpito durante le prime fucilate a pochi passi dal cancello, evidentemente in cammino per entrare a mangiare la minestra.
      I tre del cortile erano vecchiotti. La loro esistenza era forse inutile! Dio li abbia in gloria!
      - Il cancello era aperto o chiuso?
      - Chiuso. La chiave era nella mia tasca.


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I cannoni di Bava Beccaris
di Paolo Valera
pagine 302

   





Cerina