Circondati dai soldati uscimmo tutti e ci avviammo alla prefettura di via Monforte, pallidi e invecchiati di dieci anni
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Scusi, mi son dimenticato di dirle che a mezzogiorno in punto ho aperto il cancello del cortile del convento a tre negozianti che mi scongiuravano.
- Oh signor, ch'el ne salva che fan i sciupettad!
Apersi loro e vennero arrestati con tutti gli altri. L'arresto è stato per loro un fastidio. Ma senza di me a quest'ora sarebbero al cimitero di Musocco
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LE RIVELAZIONI DI PADRE ISAIA
Io ero dinanzi la cinta del viale Monforte, e dicevo, tra me e me, che era proprio un peccato che scomparisse una muraglia storica. Se fossi ricco, mi andavo ripetendo, la comprerei e la regalerei a un museo che avesse per compito di conservare i monumenti che rappresentano una pagina della vita pubblica.
Con queste idee, mi trovai alla postierla del convento, col cordone del campanello in mano, determinato a lamentarmi col padre Isaia, un sacerdote cappuccino che avevo intervistato più di una volta.
Il frate portinaio non è più quello. Egli è stato cambiato subito dopo le giornate di maggio, perché il povero Daniele è ancora ammalato di paura. Mentre si facevano le fucilate, il poveraccio era nella stanza contigua all'entrata a scodellare la minestra ai poveri, come tutti gli altri giorni.
Quello d'oggi non è così alto, ma non è meno gentile dell'altro. Tutte le volte che mi vede sorride, e va difilato ad annunciarmi a qualche padre.
- Ho bisogno di parlare col padre Isaia.
- Vado di sopra a vedere, ma credo che sia in coro.
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