- Venni preso brutalmente per le braccia da due soldati, che mi incalzavano con le parole più svergognate del postribolo. Il terzo, il caporale, mi diceva:
- Avanti, frataccio! - e mi teneva la punta della baionetta alle reni.
- Mi pareva di perdere il cingolo e tentai con le mani di tirarmelo in alto, avendo già perduti i grani della corona fratesca.
- Sta fermo - mi disse uno dei soldati - o ti brucio le cervella!
- Da viale Monforte alla via Vivaio, mi copersero di tutto ciò che potete immaginare di sconcio e di osceno.
- Sull'angolo della via Vivaio erano altri soldati e un capitano. Mi duole di non sapere il nome del superiore. Fu il primo gentiluomo che incontrai dopo la mia sciagura.
- Badi, signor capitano, che è un rivoltoso.
- Non importa, non occupatevene. È nelle mie mani. Alpini, conducetelo alla prefettura.
- Anche gli alpini mi trattarono con tutti i riguardi. Invece di trascinarmi per le braccia, mi lasciarono libero e ingiunsero ai soldati di prima di lasciarmi stare, perché ero sotto la loro responsabilità.
- Il prefetto Winspeare, non appena mi vide entrare, mi venne incontro dicendo:
- Come, mi arrestate anche i frati?
- I soldati del viale Monforte gli dissero che ero un rivoltoso stato colto col fucile in mano.
- Dov'è questo fucile? domandò il prefetto.
- Non sappiamo, perché questo individuo ci venne consegnato dal tenente.
- Mentre io stavo dando la spiegazione al signor prefetto della nostra innocenza e che dal convento non poteva essere partito alcun colpo di fuoco per la semplice ragione che non vi erano né armi né armati, eccomi ancora davanti quell'ufficiale d'artiglieria, col medesimo atto del manrovescio, gridando che aveva veduto partire il colpo dal Convento lui stesso!
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