Copio quello che era stato rilasciato, per ragioni professionali, al signor Romolo Agosti - l'ex segretario dell'Associazione Lombarda dei giornalisti. È un documento che completa la giornata.
È sormontato dallo stemma reale, ha il bollo del "Comando del III Corpo d'armata" e vi si legge:
REGIO COMMISSARIO STRAORDINARIOSi autorizza il libero transito al signor Romolo Agosti per recarsi dall'interno all'esterno della città e viceversa anche nelle ore di notte.
Milano 12 maggio 1898
D'ordinedel tenente generale R. Commissario Straordinario
BATTILANI
I MORTI E I FERITI DEL 9 MAGGIO
Li riassumo in una ventina di morti e una quarantina di feriti. Non posso darne il numero esatto perché tutte le volte che ripasso sul terreno della mia inchiesta trovo dei cadaveri e dei feriti che avevo lasciato per la strada. Il dottor Sigismondo Arkel, il quale era in giro con la truppa a soccorrere i feriti, contò, dal convento all'Acquabella, sette morti e diciotto feriti. Egli mi diceva che i morti erano quasi tutti colpiti nella regione del petto. Nessuno all'addome.
- Questo vuol dire, o signore, che si tirava sui passanti a poca distanza.
Tra i disgraziati che caddero fulminati dai proiettili militari non uno fece nascere il sospetto di essere stato un rivoltoso. Erano operai, come il falegname Antonelli di via Nino Bixio, o dei buoni borghesi, come il salsamentario Giuseppe Colombo di via Sottocorno 17, il quale perdette la vita stando alla finestra a chiacchierare con la figlia che perdette un occhio.
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