Mi tocca proprio dare dell'animale all'avvocato Guglielmo Gambarotta. È qui nel mio raggio, sullo stesso piano, ha la cella piena di volumi, mi ha lasciato supporre che mi avrebbe fatto fare un'indigestione di libri e poi mi tiene qui a penare e ad aspettarli ad ogni piede che passa! Che la guardia non abbia voluto prenderli? Ma e la "colomba", non ha ancora imparato a "colombare"?
Non ho ancora finito di scrivere l'interrogazione che sono stato chiamato alla spia da una voce sconosciuta.
- L'avvocato Gambarotta è uscito. Lo saluta.
- Chi siete?
Nessuna risposta. La sua uscita mi lasciò fantasticare. Che si sia incominciata la scarcerazione degli innocenti?
Il passeggio è monotono. È come un'altra cella scoperchiata. Il gruppo dei passeggi è di venti raggi che fanno capo a una rotonda di mattoni, circondata di pietre, sull'alto della quale è la guardia seduta che sorveglia i detenuti. In direzione opposta i raggi si slargano fino a far posto a una filata di otto uomini, l'uno a gomito dell'altro. Il cancello dalla parte più larga del passeggio ha un lastrone di ferro che impedisce di vedere il viso di chi passa. I muri divisori sono alti quattro metri, così che i passeggiatori di un passeggio non possono vedere, né capire quello che dicono, i passeggiatori di un altro.
In venti raggi passeggiano dagli ottanta ai cento individui. Una volta che i raggi sono popolati, la guardia discende la scaletta che conduce alla sua altura con una manata di fidibus, li accende e li distribuisce, di raggio in raggio, ai fumatori.
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Guglielmo Gambarotta Gambarotta
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