Scrive tutto il giorno ed è sempre in nota per della carta. Deve essere un grafomane.
Domenica si sarà accorto che diceva messa un'altra voce. Il cappellano Enrico Villa è stato sospeso e non può più mettere piede nel carcere.. Al suo posto officiava un frate. Lei sa che io sono religioso e può darsi che pecchi d'indulgenza. Ma credo che sia impossibile trovare un cappellano come don Enrico. Era un sacerdote che adempiva al suo ministero con entusiasmo. Lo si vedeva andare e venire come il moto perpetuo. Appena uno era in cella, andava a trovarlo, a consolarlo, a incoraggiarlo. Non lasciava mai alcuno senza libri e diceva a tutti parole che aiutavano a tirare innanzi la vitaccia del cellularizzato.
Il nuovo direttore è tra noi come un flagello. Non dissimula. È una sovrapotenza assoluta, arricchita dalla funzione di punire. È in lui come una spaventevole rettitudine. Respira il dolore degli altri come una donna virtuosa la spiritualità dell'incenso.
La sua vanteria è di essere il direttore che ha fatto mangiare, come si esprime lui, più cella di rigore ai detenuti di tutti i direttori d'Italia. Le guardie che vogliono entrare nelle sue grazie devono dargli ogni mattina prova del loro zelo. Non si sono mai visti tanti puniti a pane ed acqua come in questi giorni. Se qualcuno si lamenta dicendo che la sua infrazione non è di quelle punibili col regolamento, il direttore gli risponde, in modo piuttosto brusco, che il regolamento interno del carcere lo fa lui, perché ne è il giudice e il responsabile.
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Enrico Villa Enrico Italia
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