- Che c'è di vero, don Davide, in tutto questo?
- Per capire la portata della motivazione della sentenza che mi ha relegato per tre anni in questo reclusorio, bisogna conoscere la natura del mio giornale. L'Osservatore Cattolico è anzitutto un giornale che si dedica alla propaganda e alla difesa della chiesa cattolica e del papa. Siccome l'Italia è aderente a questa chiesa, così si deve ritenere necessaria la religione al bene sociale, per la vita presente e per la vita futura, come si deve ritenere necessario che essa sia tenuta in onore e non perda influenza. Questo è il caposaldo del programma del mio giornale nel rapporto religioso.
Nel rapporto politico io, direttore dell'Osservatore Cattolico, sono indifferente alla forma monarchica o repubblicana di governo. Do la preferenza a quella forma in cui i governanti sono col mio programma religioso, al quale subordino tutto il resto. Quindi è una bugia dire che io combatta la monarchia, come è una brutta invenzione quella di accusarmi di complicità coi repubblicani e socialisti e anarchici. In un ambiente monarchico io lavoro in mezzo al popolo, perché il governo abbia a cessare dall'opposizione contro il papa e contro la religione e abbia a promuovere la pace religiosa nel paese.
Il mio programma sociale è ampio e generoso. Io accetto tutto ciò che nei postulati del socialismo è compatibile colle dottrine della chiesa cattolica e mi adopero per attuarlo formando l'opinione in questo senso. Deploro il concetto fondamentale materialista del socialismo, deploro che non ammetta le verità cattoliche, perché il materialismo e la negazione delle verità cattoliche scavano un abisso tra il cattolicismo e il socialismo.
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