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      Con poco solfo sulla capocchia, sarei un cretino se mi dimenticassi dell'esperienza dei miei colleghi. La quale è che non si deve mai passare allo sfregamento senza prima avere strofinato ben bene un bottone di metallo o un chiodo delle scarpe o un legno qualunque.
      Sfregando leggermente sulla parte calda o infocata voi potete scommettere che farete pipare tutti.
      I miei amici del Cellulare sono tutti pronti e non aspettano che il segnale, che può essere uno starnuto, o un colpo di tosse, o anche una battuta di mano.
      Accendo il mio virginia, tossisco, metto fuori dalla finestra la scopetta e aspetto la fune dalla finestra del terzo piano perpendicolare alla mia.
      Tutto ciò avviene in un modo rapidissimo. Alla estremità della "colomba" è un peso o un sasso nel sacchetto o nel mucchietto di cenci. Lo tiro a me con la scopetta, vi lego il sacchetto con la lisca che fumacchia internamente adagio adagio, sale, si ferma alla seconda finestra ove è atteso, riprende la via e scompare nella cella di colui che mi ha lasciato giù la fune.
      Costui se ne serve e poi getta il sacchetto attaccato alla fune sulla scopetta della cella a fianco.
      È questo il movimento più difficile della "colomba".Ma la mano abituata vi riesce al primo colpo.
      Il compagno che l'ha presa ne stacca il sacchetto dalla funicella che viene ritirata, lo appende alla sua "colomba", se ne serve e lo lascia cadere dalla prima alla seconda finestra, ove sosta come accenditoio e riprende la discesa per fermarsi alla terza finestra dove avviene la stessa operazione di staccarlo da una "colomba" per attaccarlo a un'altra e gettarlo sullo scopino della finestra a fianco.


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I cannoni di Bava Beccaris
di Paolo Valera
pagine 302

   





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