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      Ma non so dove sia andato a finire. Aspetti, deve essere a Pavia. Credo che studii legge. Certamente non vorrà smettere per fare il giornalista.
      In allora, per spiegare la frase dell'autore della Celeste, non erano che gli scapigliati che si compiacessero di prendere delle sbornie coll'inchiostro di redazione. Erano giovani pieni di coraggio e anche d'ingegno o degli studiosi che volevano farsi largo, ma irregolari nella vita e nel lavoro. Nessun direttore poteva contare sul loro articolo pel numero di domani. Gli editori pagavano poco o niente e i giornalisti di professione, come è naturale, non esistevano. Non esisteva che la bohême chiassosa, buontempona, nottivaga, capace di annunciare in prima colonna e in corpo dieci che i redattori avevano orgiato e non potevano quindi scrivere l'articolo di fondo o l'appendice drammatica!
      Un anno dopo, Moneta rivide il padre del Falconiere e lo pregò di procurargli un giovanotto che avesse la stoffa del giornalista.
      - Fra i miei scolari passati e presenti non ne conosco uno. Non potrei suggerirle che quello dell'anno scorso. Quello là ha tutte le attitudini per uno scrittore di giornale. Ha una penna pronta, sollecita, che si piega a tutte le movenze di uno stile facile. Ha letto molto. È una biblioteca ambulante.
      - Me lo mandi, dunque!
      - Vedrò di cercarne l'indirizzo.
      Un giorno, in cui il pensiero di Moneta era lontano le mille miglia dal redattore che gli doveva mandare il Marenco, si sentì annunciare il dottor Carlo Romussi.
      - Passi.
      Fisicamente non gli fece una grande impressione.


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I cannoni di Bava Beccaris
di Paolo Valera
pagine 302

   





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