Cavallotti può odiare il socialismo e i socialisti fin che gli pare e piace. Il Secolo non può, non deve seguirlo. E con Romussi, ipnotizzato da Cavallotti, il Secolo ha ignorato per degli anni il socialismo e i socialisti. Non ne ha più parlato. Per lui non esistevano o non erano mai esistiti o erano morti. Boicottare un partito per delle bizze personali vuol dire rendere un cattivo servizio ai lettori che pagano per essere informati di tutti gli avvenimenti e alla amministrazione che pubblica il giornale per arricchire il suo editore o dare grossi dividendi agli azionisti. Boicottate un uomo pubblico o un partito o una notizia e voi sopprimerete dei lettori. Il giornale, che non è superiore ai rancori personali, che non sa essere imparziale cogli amici e coi nemici, che ha delle antipatie e delle simpatie, che omette questo fatto ed esclude quest'altro, perde il diritto a questo nome. Diventa l'organo di Tizio o di Caio, ma non è più un giornale nel significato professionale.
Carlo Romussi è nato a Milano il 10 dicembre 1847.
LA TRISTEZZA DI NATALE
Ci siamo alzati, come gli altri giorni, al suono del din din, dan dan della campana del reclusorio. I miei compagni parevano tante mutrie. Rispondevano al buon giorno e agli augurii con dei buon giorno e degli augurii secchi, come gente che si sarebbe morsicata se non ci fosse stato di mezzo il galateo. Don Davide andò a dire le tre messe alle muraglie della cappelletta addossata alla muraglia dell'infermeria, dicendo di non aspettarlo che non avrebbe bevuto il caffè al ritorno.
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