Gli rincresce di non avere sempre un boccone di pane da dargli. Quel ragazzo patisce la fame sotto la sorveglianza governativa! Se fossi direttore dello stabilimento butterei via lo stipendio. Non saprei mangiare coi piedi sotto la tavola senza pensare al battaglione di affamati sotto la mia custodia. Il grido dei minorenni mi sospenderebbe il boccone in gola.
Stanotte sono stato svegliato da un grido acuto di qualcuno che stava male nella camerata al dorso della nostra. Non ci ha lasciato più dormire. Aveva il rantolo bronchiale ed emetteva gemiti che si ripetevano anche dopo che la guardia gli vociava dalla spia:
- Fate silenzio, che domani andrete dal medico!
Un compagno deve averlo soccorso con una goccia d'acqua. Ho sentito i suoi piedi nudi che correvano da una parte all'altra.
Come deve essere triste morire in questo luogo!
La luce misurata dai cassoni alle finestre finisce per indebolirci la vista. A me si è dilatata la pupilla e Lazzari si lamenta di non avere un paio d'occhiali. L'indebolimento gli ha come paralizzato i nervi ottici.
Alla domenica c'è sempre speranza di rifarsi lo stomaco con una gamella di brodo e 250 grammi di carne. È sovente una grande disillusione. Più di una volta si è obbligati a sbattere via tutto. Il brodo è grasso con gli occhi dell'olio alla superficie che fanno venir voglia di vomitare, o è magro come l'acqua bollente. Manca sempre il sale. Quello di stamane vale un fico secco. La carne è peggiore. La carne di questa domenica è squamosa, sciapita, dura come il corame.
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Lazzari
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