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      Vivremo l'uno per l'altra. Io ti racconterò le mie speranze, i miei disinganni, le mie gioie, i miei dolori e tu mi conforterai, mi carezzerai, mi consiglierai e dividerai meco quel po' di fortuna che Dio vorrà mandarci. Il signor Gerolamo e la sua signora ti ricambiano i saluti e tuo figlio ti bacia in fronte. Addio.
      Abbracciami Ortensia.
     
     
      ADORATA MAMMA.
     
      Mi ci perdo fra una maraviglia e l'altra. Veicoli di ogni foggia - dal brougham al tiro a quattro - che s'inseguono, si urtano, si rasentano sterzando; gente affacendata che si rincorre muta per ingropparsi, sparpagliarsi, perdersi in una scantonata; avvisi sesquipedali a caratteri saltimbancheschi, che perseguitano il cittadino dalle muraglie, dalle porte, dagli assiti. Una réclame incubo. Distese di diamanti che riscintillano e faccettano e troneggiano in un lago di rubini, di smeraldi, di topazi, dì berilli - tutta una famiglia che attrae, abbaglia e dà le vertigini. E qua bacheche a far disperare le fanciulle sì e no pubescenti. Colonne di seta, tempi romani di stoffe, architravi di tele, prati di fazzoletteria, pareti di calze, soffitti di mantili, casuccie intere di maglie, di cravatte, di guanti. Lo credi? Mi è venuto voglia di cacciarvi la mano e rubarvi una cravatta scozzese e un paio di guanti color marrone. Ah, un paio di guanti! Come ci devono star bene le dita in quella pelle fine! Dappertutto uno sterminio di ninnoli. Ortensia, se ci fosse Ortensia, diventerebbe pazza. Le hai tu vedute queste cose mamma? Se non le hai vedute non puoi averne idea.


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Alla conquista del pane
di Paolo Valera
Editore Cozzi Milano
1882 pagine 237

   





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