Strofinano le mani, bubbollano di freddo, si soffiano il naso e si scaldano le mani in saccoccia. Che cosa studiano, cosa vanno a fare in Biblioteca quelle barbe bianche, quei capelli brizzolati, quei vecchioni scarni, dagli occhi orlati come se avessero vegliato l'intera notte sulle dotte carte? A vederli, si direbbe che sono loro che buttano la scintilla pel mondo. Scartabellano volumi sopra volumi, scribacchiano centinaia di pezzettini di carta che numerizzano con lena e portano sotto al panciotto come autografi preziosi. Rovistano, consultano, postillano, fanno lo orecchie ai tomi, mandano gli amanuensi fin su negli ultimi angoli a cercare l'edizione tale dell'epoca tale del tale editore! E quel povero martire di cataloghista come lo fanno disperare. Ma che cosa ammassano, cosa cercano quegli affacendati occhialuti, quelle sdruscite carcasse che hanno un piede e mezzo nella fossa? Chi lo sa. Forse sono pazzerelli ai quali i libri non hanno saputo che far rasentare la pazzia. Questa mane davanti all'editto che li bandiva per otto giorni, provarono l'ambascia di chi si sente perduto. Non esser pił fra i loro tomi! Mentre per noi senzacasa, c'era addirittura appiccicata la galera. Condannati per otto giorni al passeggio forzato - piova o tempesti, nevichi o geli.
CARA SORELLA,
Fa pure che Dio ti benedica. Ma non dir nulla alla mamma. Tu sai che essa non ha bisogno d'altre emozioni. Se io avessi il necessario per risparmiare a voialtre quest'altro dispiacere, o se avessi speranza di averlo, pregherei direttamente il signor Romazzi di pazientare.
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Biblioteca Dio Romazzi
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