Pagina (35/237)

   

pagina


Pagina_Precedente  Pagina_Successiva  Indice  Copertina 

      Senza averla mai veduta, io sentivo già di odiare quella scellerata. Me la figuravo brutta come un mostro. Faccia sbiadita, occhi gialli lì per sdrucciolare fuori dall'orbita, tozza, con un porro sul naso, una bocca sguaiata che dava a chiunque l'orrore delle gengive sparecchiate. Mano mano che la gente infittiva, il cicaleccio si faceva sempre più distinto. Gli accusatori volontari, narravano a tetri colori la ferocia con cui la disgraziata soffocava i primi vagiti del neonato. E allora sfogo alla indignazione. - Ai lavori forzati per tutta la vita! - A morte! - Era una voce sola. A tutti faceva raccapriccio; tutti la volevano condannata. I giurati entravano alla spicciolata, gravi, rabbuiati, guardando alla sfuggita la tabelletta ove era stampato il loro nome e si perdevano nell'anticamera dei passi sciupati. L'ora incalzava e parecchi si avviavano con passo svogliato nella sala comune. Ma i più rimanevano a fare dei confronti. I vecchi giuravano sui loro capelli grigi, che in tanti anni non avevano udito nulla di più atroce. I giovani imbracciavano le mani o assentivano colla testa. - Il presidente! - L'attenzione divenne generale. Gli si fece largo e taluni lo salutarono inchinandosi e togliendosi il cappello. Dovevano essere i soliti abbonati alle rappresentazioni gratis! Che aspetto severo in quell'uomo. Era la giustizia in persona. Rigido, coi calzoni neri, il gilet nero, il surtout nero, la cravatta nera, i guanti neri, gli occhi neri. Aveva egli anche l'anima nera? Brrr!


Pagina_Precedente  Pagina_Successiva  Indice  Copertina 

   

Alla conquista del pane
di Paolo Valera
Editore Cozzi Milano
1882 pagine 237