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      - Entra la Corte!
      Quella voce passò su quel mare agitato di teste come un comando: Ssss... Silenzio! basso! tasii.
      Come ho detto, io ero soffocato tra il muro umano e la parete, ma sentivo benissimo.
      - Accusata, alzatevi. Come vi chiamate?
      - Maria Alferozzi.
      - Quanti anni avete?
      - Quindici.
      Quindici anni! A quindici anni già tigre! Il mio odio cresceva.
      - Sapete di qual delitto siete accusata?
      Dappertutto si udì come un bisbiglio d'orrore.
      - Maria Alferozzi, sapete perchè siete stata arrestata?
      Io e con me tutta la platea, aspettavamo la risposta rattenendo il respiro. I più alti drizzarono la testa e si reggevano sulla punta dei piedi. Non udimmo che un singhiozzo. Un singhiozzo mal soffocato, ma un singhiozzo che era tutta una storia, un singhiozzo che mi rompeva l'odio accumulato in un'ora e mi faceva dimenticare che io era lì per gioire della sua disgrazia. Le signore, commosse, avevano la pezzuola agli occhi e qua e là tra gli uomini, luciccava qualche lagrima. Soltanto i giurati, soltanto i giudici erano rimasti impassibili.
      - Poiché non volete parlare, ve lo dirò io. Nella notte del ventiquattro aprile, voi vi siete sgravata di una bimba, l'avete strozzata e dispersa nella latrina.
      Il pubblico si muove come per scuotere il freddo dalle ossa.
      - Lo confessate?
      Il singulto dell'accusata diventa pianto dirotto.
      - Carabiniere, fatela tacere, State attenta, poiché non siamo mica qui per vedere le vostre smorfie. Maria Alferozzi, confessate di avere, nella notte del 24 aprile, strangolata....


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Alla conquista del pane
di Paolo Valera
Editore Cozzi Milano
1882 pagine 237

   





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