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      Ve la figurate lą colle mani intrise nelle viscere dalle sue viscere, in mezzo al buio, sostando coll'orecchio teso per riprendere poscia con pił accanimento la sua creatura e strozzarla? Ve la figurate cogli occhi orribilmente dilatati palparla e ravvolgerla in un lurido cencio, va la figurate cercare a tentoni l'uscio, mentre stringe sotto l'ascella il fagotto della sua opera, gli avanzi della sua libidine? Ve la figurate ancora pił spaventevole, curva su una buca puzzolente, colle braccia gił nella canna, intente a far scomparire il testimonio inesorabile delle sue nefandezze? Oh spose, oh madri, ditelo voi il nome che s'addice a questa svergognata, a questa miserabile che disonorerebbe il genere amano, se la virtł delle nostre donne non facesse dimenticare i mostruosi aborti che la natura attraverso i secoli genera!
      Pausa di qualche minuto. L'uditorio č compreso dallo spavento provocato dall'oratore della legge. Io approfitto per farmi largo verso la steccata. Ma rimango ancora imprigionato tra i petti e le schiene altrui.
      - Io penso, o Signori, alla desolazione di quella povera madre....
      L'accusata scoppia in singhiozzi rumorosi che schiantano il cuore.
      -....quella povera madre che ancora metterebbe la mano nel fuoco, per provare che sua figlia č innocente. Penso alle sue torture, alle sue notti passate coi fantasmi nella mente, ad occhi aperti, nel silenzio sepolcrale della sua stanza.... Penso alle sue lagrime, alle sue smanie, al suoi deliri. E coll'animo lacerato, il mio pensiero commosso, si raddolcisce e bacia riverente la fronte di quella santa e pia donna.


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Alla conquista del pane
di Paolo Valera
Editore Cozzi Milano
1882 pagine 237