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      ... Ah perchè non mi sono lasciato bastonare!...
      Il subaffittuario mi minacciava della continuazione. Ma fortunatamente il campanile della chiesa del Monastero Maggiore, sperdeva nel buio dieci mestissimi colpi.
      - Buonanotte, caporal Piero.
      - Buonanotte.
     
     
     *

      * *
     
      Passando al primo piano, mi dimenticava del sottoscala - due ampi stanzoni che si piegano in fondo - schiacciati dall'immensa mole che sorreggono sulla testa. Hanno della caverna e il pavimento d'asfalto. Torno torno, è una negrezza da carbonaia, perchè il fumo del camino invece d'andarsene per la cappa, fa delle soste e non esce dall'uscio. La luce è scarsisima e non vi entra che di sbieco dalle feritoie che trafiggono il lungo pietrone della ringhiera. I coabitatori di ciascuna, non sono mai meno di una ventina. I pagliericci pezzati e sporchi, si rasentano - tanto l'uno è addosso all'altro. Per pitale hanno negli angoli due secchie, nelle quali di notte, ciascuno, fa le proprie occorrenze, senza darsi pensiero che del proprio bisogno.
      Tranne le due "intestate" che, sono le affittaletti - la classe che si distingue è proprio quella dei merciaiuoli ambulanti, ed in ispecie dei figurinai. Quasi tutti lucchesi, essi vi si fermano cinque o sei e talvolta perfino otto mesi dell'anno. La loro comunanza rammenta qualcosa del patriarcale. È tutta una catena di parenti ingarbugliata, i cui anelli si perdono nell'atavismo più lontano Si congiungono e si moltiplicano - senza intorbidare i rigagnoli del loro sangue.


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Alla conquista del pane
di Paolo Valera
Editore Cozzi Milano
1882 pagine 237

   





Monastero Maggiore Piero