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      Nella notte gli era venuto.... che cosa gli era venuto? Nessuno ha saputo dirmelo. Quando il compagno lo scosse per svegliarlo, era già freddo.
      Il pasto i merciaiuoli non lo facevano in casa. Ciascheduno per conto suo, mangiava la minestra o la polenta dai fittabili. Nelle grandi masserie, è costume di non negar mai il pagliaio e la cena agli eterni pellegrini della fame che vanno a battere al loro granaio.
     
     
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      L'uscio bollato col numero 43, al primo piano, era abitato da una famiglia la quale, in quel mondo di cenceria sbrancicata dai pidocchi, dalle cimici e dalle pulci, passava per una "che stava bene." Era vero? Da quarant'anni, lungo tre generazioni, non aveva mai potuto sloggiare dallo stanzone per mancanza di quel certo aumento di benessere. Tuttavia dessa era la sola che potesse dire: io mangio tutti i giorni. Mercè la nonna, un lanternone che resisteva al tempo, nessuno della casa Beretta aveva ricorso al giaciglio dell'ospedale e nessuno si era mai coricato col vento nello stomaco. E tutto il mistero stava nella nonna. Questa vecchia carcassa, cogli occhiali a cavalcioni di un rimasuglio di naso, inchiodata dall'impotenza sul seggiolone fracido a schienale alto, non aveva mai cessato o non cessava d'essere lei la padrona assoluta o come la chiamavano, la regiora.
      Delle tre generazioni, che a quanto narrava la cronaca, erano state numerose, io non ho conosciuto che i due maschi e la femmina sciancata e scema della nonna e un figlio e una figlia di Giovanni, il vedovo.


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Alla conquista del pane
di Paolo Valera
Editore Cozzi Milano
1882 pagine 237

   





Beretta Giovanni