Vi trovate domani senza minestra? Ricordate quella che un giorno avete dimenticato sull'uscio di casa vostra, o quella che avete gettato sdegnosamente ai polli per un semplice capriccio. Vi sentite la generale nel ventre? Invidiate la zuppa scodellata pel prigioniero. Vi vedete in gattabuia? Avete il piede irrequieto e sentite un ineffabile bisogno di slargare le braccia al sole e di aprire la bocca in mezzo all'aria, al creato. Un sentimento nuovo, continuo, una resipiscenza eterna.
Quando dunque entrai nella fabbrica di liquori, ero così disfatto, così scarno che avrei accettato il posto di vôtacessi. Mi occorreva non altro che un'áncora che mi trattenesse alla superficie. Era dunque giusto che io non domandassi a qual prezzo mi si sarebbe lasciato vivere.
Il signor Valsalina proprietario, uomo tozzo, con quattro capelli rimasti sulla superficie del cranio, appena mi vide, mi squadrò, dividendo la sua attenzione tra me e un pesatore di liquidi che sussultava dal cocchiume di una botte.
- Come ti chiami?
- Giorgio.
- Dammi quel provino. Quanto guadagni al giorno?
Non avevo preveduto l'interrogazione, ma non esitai un minuto.
- Una e cinquanta.
- Asino!
Mi voltai indietro per vedere se quell'aggettivo qualificativo toccasse e qualcuno, ma non c'era anima viva.
Poi, senza forse ricordarsi di avermi ingiuriato, tolse dallo sgabello sul quale metteva i suoi arnesi una spugna e me la scaraventò in faccia.
- Sponga.
Mi curvai sul bagnato, asciugai ben bene e corsi alla pompa a lavare la spugna.
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Valsalina
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