Il mio futuro principale non mi diede il tempo di rientrare. Mi saltò addosso come una vipera e mi somministrò una sfuriata di scappellotti.
- Imparerai, scalzacane maledetto, a far le cose prima di domandare. Non si butta via niente dal magazzeno, capisci? Niente!
Malgrado il modo manesco di correggere, tacqui.
- Tieni a mente, che io non voglio marmotte in casa mia. Se no, quella è la porta.
- Scusi, è la prima volta.
- La prima volta un corno. Il mio padrone la prima volta mi mandò tre giorni all'Ospedale. Ma e "schiavo!" quello era un omaccio.... Io invece non sono cattivo, io! So compatire. Ma grazie, mi sciupi lo spirito nell'acqua. È come se tu mi rubassi il danaro dalla tasca.
Rituffò il ciuffo nella damigiana che aveva davanti e versò il liquido in un lungo tubo di vetro.
- Dammi il provino.
Dimenò la testa guardando i gradi e dopo una lunga posa, ripreso il dialogo, che poteva anche essere un monologo, dal momento che non parlava che a sè.
- Ti ha mandato il mediatore Battaini?
- Si.
- Se hai voglia di far giudizio, qui è il tuo posto. Io tratto bene colla gente che lavora e che mi è fedele. La fedeltà è la prima cosa. Sei contento di una e dieci? Non voglio litigare, vada per una e venti. Ma sii puntuale, sai? Non c'è cosa che mi faccia male quanto la "linosite." Là, stacca la camicia di forza e mettitela.
Arrovesciai colla spalla la giacca e mi copersi dalla blouse-sacco.
- Fatti su le maniche, prendi la mazzetta di legno e l'asperella e vieni fuori con me. Ne hai lavate delle botti?
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Ospedale Battaini
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