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      Arrossii fin nel bianco degli occhi.
      - What? domandò il signore alla signora.
      - Che cosa dice quiell'uomo mi interrogò la signora storpiando crudelmente la lingua.
      - Ha detto madama che capisco un po' il francese.
      - It is true ?
      - È egli vero?
      Curvai la testa.
      La signora, torreggiante nella sua veste di raso lucido, con una vivezza di brillanti aggroppati nel cavo del seno, sospeso agli occhi la elegantissima lorgnette filettata di oro concentrò lo sguardo sul cristallo, mi sfogliò per le pieghe, con quell'aria tra di commiserazione e disprezzo e allungò indolentemente il braccio grassoccio e nudo fino alla fossetta.
      - Voi sapete bene l'italiano, voi?
      Atteggiai le labbra ad una affermazione.
      - Your name? domandò il padrone sbuffando una nugolata di fumo dal trabuco.
      - Il vostro nome?
      - Giorgio.
      - Ciorcio? A beautiful name. Capire voi francese?
      - Oui, monsieur.
      - Good. Give me some water. De l'eau, de l'eau!
      Gli porsi la tazza che trovai sul tavolo.
      - Good, very, goodSi decideva della mia sorte.
      Il padrone, ravviluppato nella ricca veste de camera, le pantofole ricamate sul posapiede rosso-fiamma, sdraiato nella poltrona-letto, cercava la risposta sul labbro tumido della signora.
      - And so?
      - Let us take himMi credetti perduto.
      - Andate, voi - diss'ella al fattorino. Dite, rivolgendosi a me, avete già fatto il domestico?
      - No, madama. Ma so fare: pulire i mobili, ubbidire, portare lettere, lucidare gli stivali, battere i tappeti, strofinare....
      - Vedremo, vedremo.
      Io e la signora passammo in cucina. Il cuoco non aveva bisogno di presentazione.


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Alla conquista del pane
di Paolo Valera
Editore Cozzi Milano
1882 pagine 237