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      Avevo nella mano una delle vostre treccie che mi dava tanto piacere. Voi, circondata da veli trasparenti, vi siete alzata di scatto, sul braccio che vi faceva puntello e fissandomi mi diceste:
      - Giorgio, se io ti comandassi di seguirmi fino a Parigi, fino in America, fino in capo al mondo?
      - Io amo di essere il vostro schiavo, vi risposi, attorcigliandomi nel morbido, nel profumo dei vostri capelli che adoro.
      Perchè mi tiraste a mezzo il busto e febbrilmente deliraste sul mio collo, quel collo che dicevate da torello, premendomi, ubbriacandomi, ubbriacandovi?
      Io vado, madama, perchè non saprei patire i vostri sgarbi. Ma posso dirvi che me ne vado senza di voi? Oh no! Maleditemi, imprecate a voi, alla vostra generosa espansione, ma io vi porto meco nel cuore. Qui in questo sacrario, non veduta da alcuno, vi manterrò fin che l'ingratitudine - sorella agli uomini - non vi andrà sopra distruggervi."
     
     
     *

      * *
     
      - Perche non siete a letto?
      Mi alzai sconcertato e abbassai la testa tacendo. Appena la sua mano si allungò sul foglio, mi vi precipitai sopra.
      - Madama!
      - Avreste il coraggio.... Le persone al mio servizio non devono avere segreti.
      - Madama, io non sono più al vostro servizio.
      Non mi rispose. Sedette, si tirò vicino il candelliere e coll'occhialino si mise a leggere.
      - Chiudete i vetri che non voglio buscarmi un raffreddore.
      Non vidi sulle sue guancie alcuna emozione. Decisamente Madama era di sasso.
      Finita che l'ebbe, la piegò in quattro, dicendomi:
      - Poichè l'indirizzavate a me, possa tenermela, nevvero?


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Alla conquista del pane
di Paolo Valera
Editore Cozzi Milano
1882 pagine 237

   





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