Pagina (138/237)

   

pagina


Pagina_Precedente  Pagina_Successiva  Indice  Copertina 

      Andavano via in colonna, a ondate, verso "Contrada Longa," intonando la indegnamente celebrata canzone dei coscritti di tutti i paesi.
      Una pagnotta al giorno - una pagnotta al giorno, Pove-rami che son soldaa - pove rami che son soldaa!
      Che cosa dirti, o Lorenzo, o filosofo che piangi la morte di un ragno che io ti ho imperturbabilmente schiacciato? Tutte quelle voci confuse, salivano mestamente e discendevano con cadenza patetica, per risalire nell'aria come un addio funebre, un addio di cordoglio, che salutava i prati, il campanile, le giovenche e la Marianna del cuore; quella canzone, senza i piedi dell'euritmia scandeva per lo spazio la desolazione giocondata, e quella canzone e quelle voci mi incumbevano sull'anima e mi facevano pensare a tante poverette madri che domani all'alba, non avranno più figli.
      Addio giovanotti, addio schiavi, addio voi tutti schioppi al servizio di un uomo!
     
     
     *

      * *
     
      Nella casa o meglio nella carbonaia del mio buon amico, si svolgeva la poverezza del colono. Nulla, un tavolaccio, delle sedie di lisca, una falce, un po' di legna un paiuolo - un pagliericcio sulle panche e un cappellaccio di paglia al di sopra di un fiasco impolverato. Mi presentò a sua moglie, una contadina nata fatta. I piedi nudi, le gambe impoltigliate, una vesta di cotone sdruscita, delle mani callose, delle braccia arse dal sole, una faccia zigomata colla caratteristica della pellagrosa. Mi rispose con una smorfia. Aveva quattro figlie. Tutte femmine.


Pagina_Precedente  Pagina_Successiva  Indice  Copertina 

   

Alla conquista del pane
di Paolo Valera
Editore Cozzi Milano
1882 pagine 237

   





Longa Pove-rami Lorenzo Marianna