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      Contro una muraglia, del peso di tre quintali, bollato col numero 392, è stato colpito dal carbonchio. Valore quattrocento lire.
      - Ma se le dico che ne vale seicento.
      - Le dico di no.
      - Io protesto e faccio fare un'altra perizia.
      - Facciamo cinquecento, eh?
      - Vada per cinquecento, poichè lo ha detto il cassiere. Ma creda che è caro.
     
     
     *

      * *
     
      Da quello che io poteva capire copiando le minute del segretario, che era l'anima di tutto, la sucietà cercava un puntello tutti i giorni. Si era sempre a secco di quattrini, A quelli che domandavano il pagamento delle bestie morte, si rispondeva che il loro credito era stato debitamente registrato "e che si aspettava la riunione del Consiglio per spiccare i mandati di pagamento." Ma questo benedetto Consiglio non si radunava mai. Chi erano i membri del Consiglio? L'ingegnere direttore, il segretario Serafini, un avvocato dai denti canini e tre o quattro fittabili - ignoranti come le loro mucche assicurate - che firmavano e approvavano tutto. Mentre a coloro che dovevano i semestri e le annate d'assicurazioni, non si lasciava un momento di tregua. Il sistema di carteggio era questo: prima si invitavano, poi si diffidavano, poi si minacciavano e infine si passava la posizione a quel tale avvocato, membro del famoso Consiglio.
      L'annata fu anche terribile. Il "carbonchio" fece strage tra il bestiame. Non passava giorno che il veterinario non fosse chiamato telegraficamente in questa o quell'altra stalla a constatare le vittime del morbo.


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Alla conquista del pane
di Paolo Valera
Editore Cozzi Milano
1882 pagine 237

   





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