È dunque disperata la causa sociale? A me pare di no. La vita della società è nelle vostre mani o colendissimi amici. Voi potete decretare la sua morte seduta stante. Ma badate! Non è delitto soltanto assassinare il vostro simile. È delitto ancora più nefando trucidare barbaramente le istituzioni appena svezzate; istituzioni come queste, che aspettano il loro sole che le riscaldi per maturare i frutti promessi. E dicendovi così vi capovolgo la questione. Se invece di assalir noi con tanto accanimento, noi che siamo i cooperatori di questa vostra nave che condurremo a Dio piacendo in porto sicuro, non assalite i debitori - i veri nemici - i veri carnefici? Affrontate o signori, i delinquenti, convinceteli e la nave navigherà col vento in poppa. Io ve lo dico. Io che di queste cose me ne intendo.
Furono ammansati. Gli ho veduto togliersi il cappello, farsi piccini, diventare agnellucci da cacciar su all'ovile. La parlantina cifrata del segretario, fu una sbruffata di acqua sull'odio di quella buona gente turlupinata. Essa sbarrò loro un nuovo orizzonte popolato di marenghi. "Sicuro, sicuro, paghino i morosi! - sono loro la gramigna."
- Per mio conto, disse il signor Guadagnolini di Cassano d'Adda, metto a disposizione della Società mille lire per la continuazione delle cause contro i malpagatori.
- Ed io cinquecento.
- Ed io trecento.
- Ed io seicento.
Uscivano contenti come se avessero intascati i quattrini. "Addio, arrivederci, buon viaggio, mi raccomando."
Io tenevo aperto l'uscio e il segretario dava strette di mano che era un piacere.
| |
Dio Guadagnolini Cassano Adda Società
|