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      Eccoli sul ventre che mi scarpellinano. Indietro! Indietro! E apersi gli occhi spaventato, cercando i fantasmi che la luce mi aveva involati.
     
     
     *

      * *
     
      Povero uomo! Il 47 muore. Il prete questa mane gli ha dato gli ultimi conforti pel viaggio. Non lo vedo che di profilo. Una mezza faccia tirata, giallognola, che puzza di morte. Egli guarda il crocifisso che soprasta dal cassone - non so se per domandargli la grazia di affrettare il gran distacco o se per prolungare le giornate dolorose. È un contadino di Crescenzago - vicino del mio vicino. Ha 47 anni come il numero della crocera e quattro figli ai quali lascia in patrimonio il badile e la zappa. La sua storia è comune. Vangò, arò, mietè, falcidiò e rimase cretino e povero. Pover'omo! Ha rovesciato la testa e gli occhi ed ha vomitato l'ultimo alito. Buon viaggio!
      Suor Matilde soffia sulla candela e Antonio, l'inserviente, tira le tendine. Bravi!
     
     
     *

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      Bontà divina, che minestra! Aveva gli agrori della pasta acida. Il brodo un non so che di lavandino che consolava. Non ho potuto ingoiarne due cucchiai e l'ho data al mio collega che ha sempre fame. Lo si chiama l'ammalato della febbre "mangina." Divorerebbe il granito. Egli continua a dirmi che tre galline e un boccale di vino, lo metterebbero in grado di spaludare quattro pertiche di terreno.
      - Peccate di gola, gli ho risposto.
     
     
     *

      * *
     
      Che notte lunga, eterna! Ho imparato a distinguere i miei compagni dal respiro.


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Alla conquista del pane
di Paolo Valera
Editore Cozzi Milano
1882 pagine 237

   





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