Ma santo Dio! Un po' di carità non farebbe male. Tiran su i polli con cura materna, ma chi li mangia? Il padrone che impone le onoranze. Sudano a far maturare l'uva, ma chi beve il vino? Il paesano lo beve difficilmente nel dì di Natale. Fanno una buona raccolta di gallette e chi è che si mette in saccoccia i quattrini? Il padrone che si paga delle tempeste, delle arsure, delle gelature. Io non voglio dir male di nessuno. Ma un po' più di cuore, signori.
Nella confessione, era di manica larghissima. Me lo diceva lui. "Ascolto perchè lo vuole la pretrocrazia. Ma quali peccati possono commettere? Si alzano la mattina prima del sole e si coricano dopo di esso. Lavorano come buoi al giogo, dormono come le bestie e come le bestie si moltiplicano. Ora se qualche volta marinano la predica, cosa volete dir loro? Già, son sempre le solite panzane mummificate dagli sbadigli. Io non posso dir loro che pregate e pregate. È il mestiere che vuole così." Ottimo don Giovanni! Io ti ricordo con affetto gentile. Ma perchè non lasci quel tisicuzzo di campanile e non corri tra i servi della campagna a dir loro evangelicamente che siamo tutti figliuoli di Cristo e che Cristo è morto per la redenzione di tutti?
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La lezione la facevo in cucina - uno stanzone lungo, largo, nero come la fuliggine. Il tavolaccio su cui si studiava, era sempre unto, sempre sucido, sempre cosparso di bricciole di polenta e di minuzzolini di pane. Qualche volta, mi son fatto vedere a pulirglielo, ma fu lo stesso.
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