- E voi buttate alle ortiche...
- Lo so, Giorgio. Voi siete un bravo ragazzo. Disfatevi del cilicio che vi fa sanguinare le carni. Sì; si fa presto a dirlo. Ma a farlo! quando non è vostra neppure la terra che calcate? Io ho visto qualche caso. Ho visto qualche coraggioso. Ma ohimè! quale stracciatura! No, no! tutto il mondo sarebbe contro di voi. La clericaglia vi chiamerebbe apostata e vi perseguiterebbe in tutti gli angoli del globo terracqueo. Voi siete giovine, e non sapete quanto sia potente l'odio inestinguibile della clerocrazia e dei suoi affiliati. Vi rimane la borghesia, apparentemente bonaria. Ebbene per voi è un altro nemico implacabile. Quelle quattro penne che per accidenti salutarono il trionfo delle idee che vi hanno soffiata l'audacia di separarvi per sempre dal popolo eunuco e fannullone, somigliano ai fuochi fatui. Passato il calore che esce di notte dal suolo concimato di carname, non vedete più nulla. Voi, illuso, scorgete negli uomini tanti amici e credete di trovare le braccia sempre pronte a serrarvi al petto. Ma provatevi. Provatevi a dire: eccomi libero: io ho i baffi alle labbra e i capelli sulla cotenna ostiata. Ho della forza muscolare e una testa: eccovele, le metto a vostra disposizione. Infelice! Si torcerebbe il viso come davanti a una carogna. "Un prete, uno spretato!" I sedicenti uomini di carattere, quelli che sono rimasti imbecilli tutta la vita, vi direbbero di più: vi chiamerebbero girella, Giani quadrifronte - tali dalla coscienza elastica e dai principii mercanteggiabili.
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Giorgio Giani
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