- Ma tu scherzi.
- Sfido, io! Hai desiderî di regina.
- Eppure sarebbe bello, Giorgio. Oh! una casuccia, un bosco, una capra.
- Pazza!
E ci risuggellammo - labbra contro labbra.
*
* *
Madama Blaquer diceva che le "laniste" del lunedì non sarebbero mai e poi mai divenute sarte di cartello.
- Il lunedì, diceva la maestra, porta via quello che si guadagna e si impara nella settimana.
Lungo la predica, arrivava perfino a giurare che essa non aveva mai "fatto" un lunedì. Ma le ragazze, quando spiegazzava tanta vanteria, si davano nei gomiti e si parlavano cogli occhi.... A noi la vorrebbe far bere! Se poi usciva, stava fresca. La prendevano per le spalle, l'adagiavano sul tavolo e la svestivano addirittura. Ricordavano le sue numerose "scappate giovanili," disseppellivano il suo parto prima del matrimonio - chiamavano in soccorso un presidente della Corte d'Appello maritato, che aveva fatto le spese "d'impianto" per aprire la scuola e per soprassello, numeravano i "corni" continui e peccaminosi, ch'essa faceva a quel "povero" marito - un brav'uomo che non li "meritava."
- E tutto per chi? Per un brutto gnocco che metteva schifo. Fosse almeno bello!
- Almeno!
- Mo lo prenderei io.
- O io, per pelarlo.
Rinunciare al lunedì? Era più facile che rinunciassero alla cena per tre sere di seguito.
Incominciavano a dipingerselo al martedì e tutti i giorni se lo promettevano con qualche aggiunta. Si vedevano là nel fitto della baldoria, eccitate dai ballabili che sprigionava il verticale, salutate, riverite dagli aspiranti, come tante signore.
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Giorgio Blaquer Corte Appello
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