- Lasciate fare cui tocca. La polmonite va curata con degli antiflogistici. Salassi, tartaro stibiato, nitrato di potassio, acido cloridrico....
- Perchè non fate il veterinario, don Giovanni?
- Perchè di no, mi rispose.
Quando tutto fu secondo i desideri del medico in sottana chiesaiuola, passammo in un'altra stalla lunga lunga.
- Vi raccomando Marchini: questa caldura va rarefatta. Non la si vuol capire, ma così è. C'è un igiene anche per le bestie. Osservate se non è vero. Credete voi che tutti questi peli che crescono negli orecchi degli animali crescano per nulla? Baie. La provvidenza o la natura che sia, ha dato nulla per nulla. Neppure la cavalletta. Questi peli servono a trattenere i pulviscoli che impregnano l'aria.
Si avvicinò a una bella vacca grassotta, dalle corna a lira, che si svolgevano racchiudendo le punte, le piantò due dita nelle narici e le cavò la lingua.
- Toccate Giorgio, che lima.
- Che raspa!
Tornando a casa, pensavo alle tempeste che dovevano rischiaffeggiare nel seno di quell'uomo aggiogato alla mangiatoia clericale con un'anima tanto impaziente e una testa tanto nutrita.
Dal mio sfogliazzo
Il mio nuovo principale dentista, diplomato come diceva lui, nelle prime università d'Europa, possedeva un carro a molle, lungo lungo, a quattro ruote, su cui era slungata una casuccia a finestrole verdi, tramezzata come tutte le carovane dei saltimbanchi girovaghi. L'entrata, due nicchie che servivano di ripostiglio, di cucina, di cuccia ai cani, a me, a Pucca. In fondo l'appartamento di lei e lui, gli illustri coniugi, genitori di Pucca e padroni miei riveritissimi.
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Giovanni Marchini Giorgio Europa Pucca Pucca
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