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      Ma il suo concetto era arcisano. Il popolo che non dimostra cogli atti e colle parole che è disgustato dal delitto, è un popolo così poco evoluto da meritare di essere chiamato un popolo barbaro.
      Voi pensate a qualche cosa, Luraschi
      .
      Sì, pensavo che il vostro ragionamento non mi ha convinto. Voi vi occupate del delitto materiale, io mi occupo anche della opinione pubblica. Mi spiego. Se si ammazza la Carcano e la cittadinanza rimane così indifferente da farmi quasi supporre che meritava la fine che ha fatto, io non mi sento più sicuro, io non sono più tranquillo, e il mio pensiero infuria e corre sui cittadini a scuoterli, a domandar loro se non sentono della mia repulsione, del mio disgusto. Così è in Irlanda. Dove voi, marchese, vedete il dispotismo, io vedo la legge, la legge che vuole imporsi, che deve essere suprema, che deve tutelare la vita e la proprietà di tutti. La libertà di accoppare il padrone che esige gli affitti, la libertà di buttarsi sul vicerè coi coltelli degl'Invincibili, o la libertà delle donne di Misilmeri, per esempio, di andare per le vie, come nel '66, a gridare:
      A sei grana la carni d' 'u surdatu!
      a otto chidda d' 'u carrubbinieri!
      è una libertà che mi fa rifluire il sangue alla testa e mi trasporta in mezzo a dei forsennati, ai selvaggi, alla plebe sitibonda di sangue, alla feccia che io distruggerei a cannonate. Una società come quella del Comune di Artena della provincia di Roma, coi suoi grassatori, coi suoi malandrini, coi suoi criminali nati, mi fa paura, parola d'onore, mi fa paura".


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L'assassinio Notarbartolo o le gesta della mafia
di Paolo Valera
pagine 313

   





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