Pieno di tenerezza per tutti, aveva finito per odiare cotesti signori continentali che volevano obbligare i siciliani a foggiarsi sul loro modello e che non sapevano pensare all'Isola del Sole senza pensare a un'isola di briganti e di mafiosi.
Imbecilli
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ALLA RICERCA DEGLI ASSASSINI DI NOTARBARTOLO
LURASCHI, con le sue lettere di presentazione, era riuscito a scavarsi delle miniere di informazioni.
Il prefetto di Palermo lo invitava ai suoi ricevimenti quindicinali, il questore gli aveva fatto conoscere tutti i suoi dipendenti, il procuratore generale si lasciava vedere nei ritrovi pubblici con lui sottobraccio, il capo della guarnigione lo aveva spesso a pranzo, in certe case palermitane poteva passare qualche ora della sera, ma la mafia, dietro la quale correva da più mesi, non si lasciava studiare. Quando credeva di esserle alle calcagna, scompariva, ne perdeva la pista, rimaneva disorientato.
Ma che cos'è dunque questa mafia maledetta di cui tutti parlano senza conoscerla? Dove è, dove ha sede, come si riunisce, chi l'ha veduta mai?
È dessa una associazione di malviventi, un'organizzazione politica, una federazione di uomini e di donne tenebrosi che si conoscono con una strizzatina d'occhi o con una stretta di mano o con una modulazione di voce o con una parola d'ordine comunicata dal numero Uno dei mafiosi? Chi ne sa qualche cosa?
Tutti gli dicevano che esiste, ma nessuno gliela faceva vedere al lavoro. Accadeva un assassinio? Si susurrava che era stata la mafia. Si svaligiava una casa di qualche pezzo grosso?
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Isola Sole Palermo
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