Il treno lo avrebbe immedesimato nella muraglia. Non pensiamone dunque più. Il fuggente sarebbe stato un suicida.
Le deposizioni ci portano via gli ultimi dubbi. Esse ci dicono che qualche minuto prima di entrare nella galleria gli sportelli di ciascuna vettura erano chiusi, ermeticamente chiusi, come erano chiusi i finestrini.
C'è un punto che ci darà molto da lavorare. Ma ne parleremo nel vagone. Dove si è compiuto l'assassinio? Da Trabia al ponte Curreri il treno percorre un tratto di un chilometro e novecento ottanta metri in tre minuti circa. In tre minuti si può accoltellare un uomo, frugarlo in tutte le saccocce, strappargli la catena dell'orologio, tirargli fuori la giacca, ravvolgerlo nella giacca, aprire lo sportello, prenderlo nelle braccia e buttarlo nel vuoto? Vedremo. Quello che a noi importa, per ora, è di non commettere errori se o no siano stati scambiati dei passeggieri alla stazione di Altavilla, dove i due treni si incontrano in coincidenza. E qui siamo tranquillati dal personale ferroviario. I passeggieri che smontavano dal treno numero tre erano tutte persone conosciute e nessuna di esse è entrata nel treno numero 18 in viaggio verso Termini. Il treno numero tre era a Trabia alle 6.3'.
Nel vagone di prima classe continueremo la nostra inchiesta. Per ora, signori assassini, vi saluto. Io vado a pranzo. Vado a pranzo colla convinzione che il capo stazione di Palermo e la questura della stessa città non hanno dimostrato quella sollecitudine che io avrei dimostrato al loro posto.
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