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      Un tale lungo la linea si ricorda di un appuntamento, o che ha bisogno di restare a un dato punto per vedere qualcuno e discende. Un altro cambia idea. Si ferma e riprende il viaggio col treno della parte opposta. Sono avvenimenti di tutte le ore. Un capo stazione poi ha da pensare più ai treni in partenza e in arrivo che ai passeggieri e ai loro interessi.
      Giusto, giustissimo. Ma se lui avesse ordinato a un suo dipendente di dare un'occhiata allo scompartimento ove si supponeva il viaggiatore perduto o irreperibile, non avrebbe adempito al suo dovere e non ci risparmierebbe ora, forse, la noia di andare a tentoni alla ricerca degli assassini?
      Bastava aprire lo sportello del vagone per non avere dubbi che nello scompartimento era avvenuta una lotta sanguinosa".
      IN TRENO
     
      LURASCHI salutava la superba aurora con giubilo. Aveva passato una notte da cane. Tutte le volte che stava per addormentarsi gli pareva di sentirsi per le orecchie le grida strazianti di Notarbartolo che domandava aiuto. Alle due dopo mezzanotte gli era toccato svegliarsi di soprassalto, come per difendersi dalle mani che volevano strangolarlo. Era l'incubo. Il dramma lo perseguitava. I personaggi gli turbinavano intorno il letto cogli abiti chiazzati di sangue coagulato e gli toglievano il respiro. Sdrucciolò dal letto e andò a tavolino con l'idea di liberarsi di tutta quella ossessione che gli negava il riposo. Scrivere e scaricarsi, ecco il narcotico. Ma non si scrive che quando è in noi il sedimento in fermentazione.


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L'assassinio Notarbartolo o le gesta della mafia
di Paolo Valera
pagine 313

   





Notarbartolo