Ora volete ch'essa vada al lavoro impreparata? Che non supponga che la punta di un coltello puņ andare a rompersi, per esempio, in una scatola di sigarette di metallo o sulla cerniera di un portamonete o di un portasigari o in qualche diavolo di ferro o d'acciaio nelle tante tasche della persona condannata a morire?
Voglio ammettere che l'uomo che portate con voi da dieci anni sia il genio dei delinquenti. Ma qui ci sono due mani che hanno colpito e due mani volgari che menarono colpi a casaccio, che crivellarono il corpo di ferite come pazzi infuriati dalla paura. Il genio, mio caro, č sicuro. Assesta colpi mortali. Non irrita e non imbestialisce la vittima con puntate che la lasciano in piedi a continuare la lotta, ma va diritto al cuore dell'avversario. Gli assassini di Notarbartolo erano tutt'altro che degli esperti nell'arte crudele di assassinare. Sapete quante volte hanno dovuto cacciargli nella pelle le loro armi assassine? Ventitre. Senza tener calcolo delle abrasioni, delle spellature, delle escoriazioni. Erano dei vigliacchi, dei miserabili. Ecco quello che erano. Mi pare di vederli cogli occhi fuori dell'orbita, coi capelli in piedi, col coltello e col pugnale intrisi di sangue infuriare cogli strumenti affilati e tirare innanzi e indietro il braccio a seconda dei movimenti dell'uomo che tenta difendersi. Ditemi che sono degli esseri abbietti. Ma non gabellatemeli per assassini di genio. Gli assassini di genio sono morti con Cartouche, con Lacenaire, con Tropmann, o sono scomparsi con Jack lo squartatore.
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Notarbartolo Cartouche Lacenaire Tropmann Jack
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